Il fascismo italiano si alimentava di teorie come quelle di Giulio Douhet, che dopo l'esperienza della Prima Guerra Mondiale, pronosticava il ruolo decisivo che l'aviazione avrebbe dovuto svolgere nei conflitti futuri. Gli aerei erano l'arma con cui bisognava interrompere le linee di comunicazione di un esercito, distruggerne i centri di produzione e approvvigionamento, incendiarne gli arsenali e, in pratica, paralizzare un paese sottoponendolo a una minaccia costante e schiacciando qualsiasi resistenza materiale e morale.[...]
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“L'obiettivo della lotta bellica è cambiato: non è già la forza dell'avversario, ma la resistenza morale della nazione nemica (...) su di questa cadranno i colpi più micidiali (...) si scatenerà una spaventosa corsa al massacro”. Giulio Douhet, generale italiano, 1929